Albo d’oro del campionato europeo e la sua storia

  1. TUTTO SUL CAMPIONATO EUROPEO 2021
  2. ALBO D’ORO E LA SUA STORIA
  3. CALENDARIO COMPLETO E DOVE VEDERE LE PARTITE
  4. PRONOSTICI: LA CLASSIFICA
  5. I MIGLIORI GIOCATORI PRESENTI AL CAMPIONATO EUROPEO
  6. CONSIGLI: COME SCOMMETTERE SU EURO 2021

Il torneo comunemente noto come “gli europei” è un campionato di calcio tra nazioni europee e membri dell’UEFA. Iniziato nel 1960, si svolge ogni 4 anni, eccezion fatta per l’edizione dello scorso anno, posticipata a causa della sfortunata situazione attuale, che si svolgerà quest’estate in un nuovo formato, che vede più nazioni ospitanti, mentre tutti i precedenti tornei si erano svolti in un massimo di due nazioni alla volta.

Finora si sono tenuti 15 campionati, vinti da 10 nazioni diverse, con Germania e Spagna che hanno collezionato 3 titoli ciascuna. Segue la Francia con 2 trofei, mentre Repubblica Ceca, Danimarca, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Unione Sovietica figurano una sola volta nell’albo d’oro di questo torneo.

Le vittorie: albo d’oro degli Europei

NazioneNumero di VittorieAnno
Germania, Germania Ovest 31972, 1980, 1996
Spagna31964, 2008, 2012
Francia21984, 200
Unione Sovietica11960
Italia 11968
Cecoslovacchia11976
Paesi Bassi 11988
Danimarca11992
Grecia 12004
Portogallo12016
Albo d’oro Europei – Clicca negli anni o le squadre per conoscerle le curiositá

Euro 2016 – La vendetta del Portogallo

Il Portogallo è l’attuale detentore del titolo, avendo vinto il campionato del 2016 tenutosi in Francia, dove ha battuto in finale la nazione ospitante con un gol nei tempi supplementari al 109′ di Eder, che oggi gioca in Russia nella Lokomotiv Mosca. Quella finale sarà considerata una delle partite più memorabili di quel campionato, con Cristiano Ronaldo, capitano del Portogallo e miglior capocannoniere di sempre, sostituito poco dopo l’inizio della partita a causa di un infortunio dovuto a uno scontro con Dimitri Payet.

Il campione portoghese, invece di recarsi negli spogliatoi, è rimasto a bordocampo a incitare la sua squadra fino al fischio finale. Si è agitato così tanto che quel giorno avrebbe potuto facilmente essere scambiato per il loro allenatore.

Pur non giocando la maggior parte della finale, con i 3 gol segnati nel torneo, Cristiano Ronaldo è riuscito a eguagliare il record di Michel Platini di 9 gol segnati nella storia della competizione. Eppure è stato uno dei suoi avversari di giornata, Antoine Griezmann, allora all’Atletico Madrid, a vincere il titolo di capocannoniere di quell’anno con 6 gol segnati.

Il campione portoghese ha battuto altri record in quel torneo. È diventato il primo giocatore in assoluto a segnare in 4 diverse edizioni degli europei (2004, 2008, 2012 e 2016) e ha superato il numero di presenze con la finale, che è stata la sua 21ª partita in un europeo.

Si stima che solo la finale del abbia totalizzato una media di circa 285 milioni di audience in tutto il mondo, il secondo numero di spettatori più alto nella storia della competizione, mentre si pensa che un totale di 2 miliardi di persone abbia visto il torneo in generale.

La corsa al titolo del Portogallo, guidata da Cristiano Ronaldo, che ha 281 milioni di follower solo su Instagram, è stata un fattore chiave nello spettacolo offerto dal torneo. Così come lo è stato l’indimenticabile cammino dell’Islanda fino ai quarti di finale, capace di mietere una vittima illustre come l’Inghilterra negli ottavi, accompagnato dall’applauso vichingo del pubblico, che resta ancora vivo nei nostri ricordi.

Euro 2012 – Il dominio della Spagna

Forse una vittoria altrettanto notevole, se non addirittura più impressionante, è stata la demolizione dell’Italia da parte della Spagna nella finale di EURO 2012 per 4 – 0. Una vittoria che ha reso la Spagna l’unica nazione ad aver vinto finora i campionati di calcio europei consecutivamente, avendo già vinto l’edizione 2008, con un gol di Fernando Torres alla Germania nella finale di Vienna. Nel mezzo, aveva vinto la Coppa del Mondo in Sud Africa nel 2010.

La Spagna dominò il torneo dall’inizio alla fine. La maggior parte dei giocatori provenivano dalle due principali squadre spagnole, Barcellona e Real Madrid. L’influenza di Pep Guardiola, all’epoca allenatore del Barcellona, era evidente a tutti con “la Roja” che giocava il suo famoso calcio tiki-taka, con Busquets, Iniesta e Xavi a dirigere in mezzo al campo. Il calcio giocato da quella squadra era così affascinante che ha influenzato il modo in cui il calcio viene giocato in tutto il mondo fino ai giorni nostri, a distanza di quasi un decennio.

Sei giocatori terminarono il torneo con 3 gol ciascuno, ma fu Fernando Torres a essere premiato con la Scarpa d’Oro in quanto aveva fornito anche un assist e aveva impiegato 93 minuti in meno per farlo, rispetto al tedesco Mario Gomez. Nonostante quel premio, fu l’italiano Mario Balotelli a prendere il suo posto nell’undici migliore del torneo. L’attuale allenatore della Juventus, Andrea Pirlo, fu l’altro italiano a figurare in quella formazione.

La Spagna dominò la lista con 5 giocatori, con Iker Casillas e Sergio Ramos del Real Madrid che si unirono al trio del Barcellona sopra menzionato. Il primo titolo europeo della Spagna era arrivato però nel 1964, quando ospitò la 2ª edizione del torneo, battendo gli allora campioni in carica dell’Unione Sovietica all’Estadio Santiago Bernabeu di Madrid.

Euro 2004 – La vittoria a sorpresa della Grecia

Il trionfo del Portogallo è stato forse una meritata ricompensa dopo aver perso il trofeo in casa nell’edizione del 2004, battuto in finale dalla sfavorita Grecia con un gol al 57′ di Angelos Charisteas.

I futuri vincitori avevano iniziato il torneo con 80/1 di probabilità di essere incoronati campioni. La squadra portoghese all’epoca annoverava campioni del calibro di Deco, Figo e Rui Costa, con un giovane emergente, un tale Cristiano Ronaldo, allora del Manchester United, che rubava la scena con le sue finte esagerate sulla fascia e i suoi lucenti scarpini dorati.

Insieme a lui all’Old Trafford quell’estate c’era l’altro ragazzo prodigio dell’epoca, Wayne Rooney, che ha poi segnato 4 gol in quel torneo, gli stessi del giocatore di cui avrebbe finto per prendere il posto nella squadra di Sir Alex Ferguson, Ruud Van Nistelrooij, il quale segnò appunto 4 volte per gli Arancioni in Portogallo. Entrambi furono superati da Milan Baros, che chiuse il torneo come capocannoniere con 5 gol. Ironia della sorte, all’epoca Baros giocava per i rivali del Liverpool.

Euro 1988 – Il trionfo del “calcio totale”

Quando si parla di influenza sul mondo del calcio, non si può non menzionare gli olandesi. Furono loro a vincere il Campionato europeo di calcio del 1988 con il leggendario Rinus Michels al timone, poi nominato allenatore del secolo dalla FIFA nel 1999. In precedenza, aveva portato l’Ajax a dominare il calcio europeo e il Barcellona a vincere un campionato. In entrambe le squadre figurava il più che famoso Johann Cruyff. Soprannominato l’architetto del “calcio totale”, guidò una nuova generazione di giocatori, tra cui campioni del calibro di Marco Van Basten e Ruud Gullit, alla gloria agli europei.

Quella squadra comprendeva anche l’attuale allenatore del Barcellona, Ronald Koeman. Al pari di uno dei suoi predecessori in quel ruolo, Frank Rijkaard, in quello che è un legame di vecchia data tra il club catalano e gli olandesi.

Il momento più spettacolare di quel torneo resta sicuramente l’indimenticabile gol di Marco Van Basten nella finale contro l’Unione Sovietica. Un incredibile tiro al volo da un angolo praticamente impossibile. Un gol che rimane un’immagine iconica di quel torneo e che mostra tutto il talento unico di Marco Van Basten, nonostante una carriera interrotta dagli infortuni.

Al ritorno in patria, la squadra olandese, guidata dal carismatico capitano Ruud Gullit, sfilò con il trofeo su una chiatta attraverso i canali di Amsterdam, davanti a oltre 1 milione di persone accorse per festeggiare.

Euro 1992 – L’inclusione all’ultimo minuto della Danimarca

Se la vittoria dell’Olanda era in gran parte attesa, data la varietà di talenti nella squadra, quattro anni dopo accadde l’impensabile: la Danimarca vinse gli europei del 1992, una competizione alla quale non si era nemmeno qualificata.

I danesi furono ripescati per sostituire la Iugoslavia, squalificata dalla competizione a causa delle guerre balcaniche in corso all’epoca. A rendere quella partecipazione ancora più eclatante era il fatto che il primo club professionistico della Danimarca, il Brondby, era stato fondato solo nel 1986. Il loro miglior giocatore all’epoca e probabilmente il miglior giocatore che la Danimarca abbia mai prodotto, Michael Laudrup, decise di non giocare il torneo a causa dello stile di gioco della sua nazionale.

Col senno di poi, l’ex regista del Barcellona potrebbe avere rimpianto quella decisione, ma all’epoca era il fulcro del famoso “Dream Team” del Barcellona, sotto la tutela di Johann Cruyff. Qualunque cosa in confronto potrebbe essere considerata noiosa, soprattutto per un vincitore del Pallone d’Oro che è ancora considerato tra i migliori talenti ad aver mai calcato un campo di calcio.

Euro 1996 – La grande delusione dell’Inghilterra

Un altro grande talento con un carattere ancora più esuberante, Paul Gascoigne, si mise in mostra agli europei del 1996 tenutisi in Inghilterra. La canzone ufficiale del torneo “Football is coming home” ancora oggi identifica i tifosi inglesi in tutto il mondo.

L’Inghilterra arrivò fino alle semifinali, passando in vantaggio grazie ad Alan Shearer, che alla fine vinse il titolo di capocannoniere del torneo con 5 gol. Ma la Germania riuscì a pareggiare nei tempi regolamentari per poi vincere ai rigori. I tedeschi si laurearono campioni d’Europa, battendo in finale la Repubblica Ceca con un “golden gol” di Oliver Bierhoff.

Quel torneo vide anche la prima partecipazione della Croazia a un torneo internazionale dopo lo scioglimento della ex Iugoslavia. L’attaccante Davor Šuker si presentò sulla scena internazionale durante gli europei del 1996 e due anni dopo si affermò come un eroe della Coppa del Mondo del 1998. Fu selezionato nella squadra dei migliori del torneo, al fianco di Alan Shearer e Hristo Stoichkov in attacco, Paul Gascoigne a centrocampo e gli altrettanto brillanti Matthias Sammer e Paolo Maldini in difesa. A comparire tra i migliori 11 c’era un’ala all’epoca ancora sconosciuta di nome Karel Poborský, che si guadagnò il passaggio al Manchester United di Alex Ferguson dopo le sue eccellenti prestazioni nella competizione.

Gli europei del 1996 non sono stati i soli a essere decisi dalla regola ormai abolita del “golden gol”, con la Francia che vinse l’edizione degli europei del 2000 alla stessa maniera, grazie a un tiro al volo di David Trezeguet al 13′ dei tempi supplementari.

La vittima quella volta fu l’Italia, il cui secondo portiere ufficiale dell’epoca, Francesco Toldo, sostituì superbamente il mitico Gianluigi Buffon, che dovette saltare il torneo per infortunio. Tuttavia, Toldo non riuscì a impedire la vittoria della Francia campione del mondo in carica, una squadra che annoverava campioni del calibro di Zinedine Zidane, Thierry Henry, Didier Deschamps e Robert Pires, solo per citarne alcuni.

Nonostante la brillantezza di entrambe le squadre arrivate in finale, in cima alla classifica dei marcatori finirono Patrick Kluivert dell’Olanda e Savo Milošević della Iugoslavia, che segnarono 5 gol a testa.

Quel torneo segnò anche un’importante novità, essendo il primo europeo a essere ospitato da due paesi contemporaneamente, con Belgio e Paesi Bassi che fornirono 4 sedi ciascuno. La stessa formula fu riproposta per l’edizione del 2008, che si disputò in Austria e Svizzera, e per quella del 2012, ospitata da Polonia e Ucraina.

La finale si giocò a Rotterdam, dove l’allora capitano della Francia Didier Deschamps alzò il trofeo, quello stesso trofeo che avrebbe perso come allenatore 16 anni dopo (2016), per poi rifarsi vincendo la Coppa del Mondo nel 2018, una trofeo che ha vinto anche da giocatore nel 1998.

Euro 1984 – Il capolavoro di Platini

L’altro trionfo della Francia che la fa inserire nell’albo d’oro nel campionato europeo arrivò nel 1984, un’edizione che rimanda inevitabilmente a Michel Platini, all’epoca capitano della Francia e leggenda della Juventus, che riuscì a segnare la cifra record di 9 gol in quel torneo. Nella storia della competizione, è il connazionale Antoine Griezmann a essersi avvicinato di più all’impresa, segnando 6 gol nell’edizione del 2016.

Tanto per rendere l’idea di quell’impresa, a Cristiano Ronaldo sono servite quattro edizioni per segnare quel numero di gol (9). Nonostante la sua illustre carriera, Michel Platini è riuscito a partecipare a una sola edizione degli europei.

Dopo aver vinto il campionato italiano e la Coppa delle Coppe con la Juventus, portò la sua nazione alla gloria negli europei del 1984 come unico giocatore della squadra a giocare all’estero. Le sue prestazioni gli valsero il 2º Pallone d’Oro, che vinse di nuovo l’anno successivo. Solo Lionel Messi è riuscito nella stessa impresa da allora.

Le sue esibizioni in quella famosa maglia numero 10 hanno ispirato una generazione di giovani calciatori, uno dei quali è un certo Zinedine Zidane, che ha vinto sia l’europeo che il mondiale di calcio con la maglia della nazionale, seguendo le orme del suo idolo. “Le Roi” ha concluso la sua carriera internazionale marcando 41 gol in 72 partite, con gli europei del 1984 che hanno rappresentato il momento più significativo del suo viaggio con “i Blues”.

Euro 1980 – La superiorità della Germania Ovest

Quattro anni prima, l’uomo che legò il proprio nome all’europeo del 1980, fu il tedesco Karl-Heinz Rumenigge, attuale Presidente del Consiglio di amministrazione del Bayern Monaco. Era l’uomo di spicco in una Germania Ovest costellata di stelle, che vinse il torneo con una vittoria contro il Belgio nella finale allo stadio Olimpico di Roma.

Fu insignito del Pallone d’Oro per le sue prestazioni dopo il torneo, davanti al compagno di squadra Bernd Shuster, che arrivò secondo. Tuttavia, il loro compagno di squadra Klaus Allofs superò entrambi nella classifica dei marcatori del torneo.

Con i suoi 3 gol divenne il terzo giocatore della Germania Ovest a vincere di fila il titolo di capocannoniere di un europeo, dopo Gerd Müller (1972) e Dieter Müller (1976). Una chiara indicazione dell’influenza della Germania Ovest sul calcio in quel decennio, con 6 giocatori su 11 di quella nazionale che figuravano nella squadra dei migliori del torneo.

Euro 1960 – Il primo campionato europeo di calcio in assoluto

Tutto ciò non sarebbe stato possibile, però, se non fosse stato per il primissimo Campionato europeo di calcio organizzato nel 1960. All’epoca si chiamava “Coppa delle Nazioni Europee” e si svolse in Francia. Il torneo fu vinto dall’Unione Sovietica, il cui portiere era il leggendario Lev Yashin.

I sovietici sconfissero la Iugoslavia in finale, grazie a un gol di testa di Viktor Ponedelnik 23′ dei supplementari. La finale si tenne al Parco dei Principi di Parigi, oggi stadio del PSG. Il torneo includeva solo 4 squadre. Una delle semifinali e la finale si giocarono nello stesso Parco dei Principi, mentre l’altra semifinale e i play-off per il 3º furono giocati allo stadio Vélodrome di Marsiglia.

L’ideatore di questa nuova competizione fu Henri Delaunay, che per primo propose l’idea alla FIFA nel 1927, per poi ripresentarla nel 1954, dopo essere stato eletto Segretario generale dell’UEFA.

Sfortunatamente, morì un anno dopo e fu il figlio a trasformare poco dopo il sogno del padre in realtà. La nuova competizione si chiamava inizialmente “Coppa Henri Delaunay” e la quota per le squadre che desideravano partecipare alla prima edizione era di soli 200 franchi.

Da allora, il torneo si è svolto ogni 4 anni, programmato 2 anni dopo ogni Coppa del Mondo. Col tempo, è diventa una delle competizioni internazionali di calcio più apprezzate al mondo.

Quante volte l’Italia vinse agli Europei? 1968 – l’unica la vittoria della Nazionale

Questo 2021, vedrà l’undicesima partecipazione dell’Italia agli europei. L’unica vittoria dell’Italia fu nel 1968, guidata da Ferruccio Valcareggi. Questa generazione di splendidi calciatori fu, infatti, la stessa che portò l’Italia in finale ai mondiali del 1970. Tra i grandi campioni c’erano: Gianni Rivera (che vinse il pallone d’oro l’anno successivo), Gigi Rava, Dino Zoff, Facchetti, Sandro Mazzola e Pietro Anastasi.

La finale del 10 giugno si giocò a Roma contro la Jugoslavia allenata da Rajko Mitic e capitanata da Dzaijc. Lo stesso Dzaijc portò la Jugoslavia in vantaggio alla fine del primo tempo. La partita fu predominata dalla Jugoslavia ma la nostra nazionale riuscì a pareggiare con una strana punizione di Angelo Domenghini (la palla passò sotto la barriera jugoslava). La partita finì in parità, ma non erano previste ancora monetine e fu necessaria, dunque, la ripetizione della partita 2 giorni dopo. Valcareggi cambió la formazione degli Azzurri con 5 nuovi giocatori, fra cui Riva e Anastasi, che sbloccarono la partita, finendo la partita a 2-0 per l’Italia.

Le partecipazioni della Nazionale agli Europei

  • 1960: Non iscritta
  • 1964: Eliminata agli ottavi di finale (nessuna Fase finale)
  • 1968: Campione d’Europa
  • 1972: Eliminata ai quarti di finale
  • 1976: Eliminata nelle qualificazioni (arrivo al 3° posto)
  • 1980: 4° posto
  • 1984: Eliminata nelle qualificazioni (arrivo al 4° posto)
  • 1988: Semifinalista
  • 1992: Eliminata nelle qualificazioni (arrivo al 2° posto)
  • 1996: Eliminata nella fase a Gironi (3° posto)
  • 2000: 2° posto
  • 2004: Eliminata nella fase a gironi (3° posto)
  • 2008: Eliminata nei quarti di finale
  • 2012: 2° posto
  • 2016: Eliminata nei quarti di finale