Curiosità e storia delle carte trevigiane, dallo stile barocco e i colori sgargianti

Nel ricco patrimonio delle carte italiane tra le più originali e caratteristiche ci sono quelle trevigiane, note anche come carte trevisane e carte venete. Sono utilizzate principalmente in Veneto e in Friuli Venezia Giulia, fatta eccezione per Trieste.

Rientrano tra le carte di seme italiano e si caratterizzano per uno stile barocco impreziosito da colori sgargianti e grafiche ricercate. La storia è molto ricca, quindi partiamo proprio dalle origini in questo articolo dedicato alle carte trevigiane.

La storia e le origini delle carte trevigiane

Per conoscere le origini delle carte trevigiane bisogna andare piuttosto indietro nel tempo, precisamente a cavallo tra il XIII e il XIV secolo. In un mazzo del 1462, oggi custodito in un museo spagnolo, le spade erano tutte dotate di una corona.

In un altro mazzo, che invece risale alla metà dell‘800, su alcune carte di denari campeggia il Leone di Venezia, mentre sul re di bastoni e sul 2 di denari è ben riconoscibile lo stemma di Marsiglia.

Dal 1830 le figure vengono disegnate divise in due in modo speculare. Prima del 1945 sul 4 di denari compare lo stemma dei Savoia, che nel ventennio fascista viene affiancato da fasci littori.

L’ultima piccola rivoluzione a livello stilistico ci fu nel 1960, quando fecero la loro comparsa le carte trevigiane “rivoltinate”, cioè con la figura della carta incastonata in una sorta di cornice.

Stile e caratteristiche delle carte trevigiane

Colori sgargianti e stile barocco fanno delle carte trevigiane tra le più appariscenti e sgargianti. I mazzi sono composti da 40 carte, ma ce ne sono anche quelli da 52, alcuni dei quali comprensivi della doppia matta.

Le carte numerali vanno da 1 a 7 nei mazzi da 40, mentre quelli da 52 comprendono anche l’8, il 9 e il 10. Entrambi i mazzi sono completati dalle classiche figure, il fante, il cavaliere e il re, divise a metà in modo speculare.

Le dimensioni possono essere 49×104 mm e 51x103mm e le carte risultano piuttosto allungate, caratteristiche che le rendono le carte più lunghe italiane insieme a quelle bolognesi.

Tra le curiosità più simpatiche c’è da segnalare la presenza di un proverbio sui 4 assi:

  • sull’asso di denari è scritto: “Non val sapere a chi ha fortuna contra”;
  • sull’asso di spade è scritto: “Non ti fidar di me se il cuor ti manca”;
  • sull’asso di bastoni è scritto: “Se ti perdi tuo danno”;
  • sull’asso di coppe è scritto: “Per un punto Martin perse la cappa”.

Come si gioca con le carte trevigiane? I giochi più diffusi

Sono tanti i giochi disponibli nei casinò online o praticati nei circoletti e nei bar, molti dei quali prevedono l’utilizzo delle carte italiane.

Le trevigiane si prestano ai classici giochi della tradizione italiana, cioè scopa, briscola e tressette, ma anche a tanti altri giochi della tradizione locale.

Uno dei più famosi è il Foracio, molto simile allo scopone, che però si gioca con 52 carte che vengono distribuite tutte insieme o in diversi turni.

Le modalità di presa sono identiche, fatta eccezione per l’asso pigliatutto. Cambia invece il calcolo dei punteggi, infatti il 2 e il fante di spade e il 10 di denari valgono un punto.

Guadagna un punto anche chi ha raccolto almeno 7 carte di spade, mentre chi ha totalizzato più di 27 carte ottiene 2 punti.

Altro gioco tipico della tradizione locale è la Vecia, una variante dell’Uomo Nero, l’obiettivo principale è scartare tutte le carte evitando di restare in mano con il fante di spade, cioè la Vecia. I giocatori possono scartare le carte doppioni, fatta eccezione per il fante di spade, e poi pescare una carta dal mazzo. Vince chi resta per primo senza carte.

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