Per un punto Martin perse la cappa: qual è il significato di questa frase?

Per un punto Martin perse la cappa: una frase che sentiamo spesso nel linguaggio quotidiano, ma sappiamo che cosa significa realmente? E qual è la storia che si cela dietro questa frase?

Questa frase indica che, a causa di una piccola distrazione o negligenza, c’è il rischio di mandare all’aria un lavoro di una grande importanza o di non raggiungere un obiettivo importante.

Protagonista di questa frase è appunto Martino e la cappa rappresenta un mantello, simbolo della carriera di priore di un monastero.

Perdere la cappa equivaleva ad essere rimosso dalla carica o dal mancato conseguimento della stessa, con gravi ripercussioni personali.

A questo punto non ci resta che conoscere la storia che ha dato origine a questa frase.

Per un punto Martin perse la cappa: la vera origine della frase

La storia risale al XVI secolo ed il protagonista è Martino, abate del monastero di Asello. Martino voleva abbellire la sua abbazia e renderla accogliente secondo i dettami cristiani, perciò decise di apporre alla porta di ingresso un cartello di benvenuto riportante la seguente locuzione latina: “Porta patens esto. Nulli claudatur honesto”.

La frase, tradotta, significava: “La porta respi aperta. Non sia chiusa a nessun uomo onesto”. Un messaggio intriso di concetti cristiani come l’accoglienza, la generosità e la carità.

Il lavoro fu commissionato ad un artigiano, mentre secondo altre versioni fu lo stesso Martino ad occuparsi della realizzazione del cartello. Ad ogni modo chi realizzò il cartello, forse per stanchezza o per distrazione, sbagliò la posizione di un punto e scrisse: “Porta patens esto nulli. Claudatur honesto”.

Il significato era praticamente opposto a quello originario: La porta non resti aperta per nessuno. Sia chiusa all’uomo onesto”. Una vera gaffe che, nel contesto digitale, potremmo definire “epic fail”.

L’errore clamoroso di Martino, restando sulla metafora informatica, divenne virale in poco tempo ed arrivò alle alte sfere ecclesiastiche, giungendo probabilmente fino alle orecchie del Pontefice.

Un errore, così contrario ai concetti della carità cristiana, che non fu tollerato. Martino fu sollevato dal suo incarico e, per l’appunto, perse la cappa, cioè il mantello che lo rappresentava.

Il suo successore, con un pizzico di cattiva ironia, per ricordare l’errore di Martino fece correggere il cartello e poi aggiungere la frase: “Uno pro puncto caruit Martinus Asello”. Per l’appunto: “Per un unico punto Martin perse Asello”, che poi è stato tramutato in “per un punto Martin perse la cappa”.

Punti, virgole e zeri: piccoli dettagli che cambiano tutto

Questa storia ci racconta che non bisogna assolutamente tralasciare o trascurare i dettagli, poiché sono proprio quelli che fanno la differenza.

Abbiamo visto come il povero Martino è andato in rovina per un semplice punto messo in modo sbagliato. Se un punto è stato fatale per Martino, una virgola può salvare la nonna

Metti a confronto queste due frasi:

  • vado a mangiare nonna;
  • vado a mangiare, nonna.

Come vedi una semplice virgola fa una differenza sostanziale e, senza di essa, la nonna rischierebbe grosso.

Infine si dice che gli zeri non contano a nulla, ne siamo proprio sicuri? Immagina che un tuo amico deve farti un bonifico di 200 euro, ma che dimentica uno zero. Quello zero conta, eccome, poiché c’è una bella differenza tra 20 euro e 200 euro.

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Se la storia di Martino ci ha insegnato qualcosa, è che non dobbiamo tralasciare nulla. Ecco perché ti consigliamo di dare un’occhiata alla promo Zero Rischi Bonus, che ti offre 100 Free Spins senza deposito e tanti altri interessanti vantaggi.

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