Carte romagnole: le origini, la storia e le curiosità

Le carte italiane a seconda della regione presentano caratteristiche piuttosto diverse. In questo articolo ci concentriamo sulle carte romagnole, che presentano dettagli decisamente singolari poiché sono un mix tra le carte piacentine e quelle napoletane.

Prima di addentrarci tra i “meandri” delle curiosità delle carte romagnole, facciamo un breve riepilogo sulla storia e sulle origini delle carte in generale.

La storia e le origini delle carte da gioco

Sono tante le teorie sulle carte da gioco e, come al solito, non si sa dove finisce la storia e dove comincia il mito. Ad ogni modo più o meno tutti sono concordi che le prime carte da gioco furono introdotte in Cina nel corso del X secolo.

Arrivarono poi in Europa, e quindi in Italia, tramite i Mamelucchi egiziani. I semi iniziali erano quelli che conosciamo anche oggi: denari, spade, bastoni e coppe. Tuttavia inizialmente il mazzo era composto da 52 carte, mentre nei mazzi italiani ci sono 40 carte.

Nel corso dei secoli ogni paese ha poi dato una sua impronta caratteristica alle carte, sia per quanto riguarda la stilizzazione dei semi e delle figure che la forma. In India, ad esempio, le carte sono rotonde, dipinte a mano e possono avere fino a 12 mesi.

Inizialmente le carte erano osteggiate addirittura dallo Stato e dalla Chiesa, che lo ritenevano un vizio dai tratti addirittura demoniaci e blasfemi.

Oggi non è più così, anzi le carte hanno dato vita ad alcuni dei giochi più famosi al mondo e sono caratterizzate da una grande varietà stilistica per ogni regione.

Le caratteristiche delle carte romagnole

I mazzi romagnoli sono composti da 40 carte e presentano i tratti tipici delle carte da gioco in stile centro-meridionale, cioè con stile di derivazione spagnola. Le carte sono piuttosto particolari, poiché mixano le caratteristiche delle carte piacentine e quelle napoletane. I bastoni rappresentano randelli o tronchi, mentre le spade tendono ad essere più corte e dritte.

L’asso di denari è una carta quasi del tutto bianca, quindi è più simile a quello utilizzato nei mazzi settentrionali. Anche gli assi di coppe e di spade presentano uno stile molto simile alle carte piacentine, mentre l’asso di bastoni ricorda di più lo stile spagnolo.

Le figure sono intere, dalla testa ai piedi, quindi in questo caso ricalcano lo stesso stile adottato dalle carte di derivazione spagnola, come quelle napoletane.

Anche le dimensioni delle carte ricalcano quelle degli stili spagnoli e presentano proporzioni bilanciate tra lunghezza e larghezza: 51 x 91 mm.

Dove e per quali giochi sono utilizzate le carte romagnole

Le carte romagnole sono diffuse principalmente in buona parte della Romagna (Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, Ferrara e Imola) e nella Repubblica di San Marino.

Sul territorio dell’Emilia-Romagna sono due i tipi di carte regionali utilizzati: la Primiera Bolognese in stile settentrionale, diffuse soprattutto nel territorio di Cento, e appunto le carte romagnole.

Si prestano ai più famosi giochi della tradizione: dalla scopa allo scopone, fino alla briscola e al tressette. A tal proposito non possiamo non menzionare il gioco più popolare in Romagna: il marafòn.

Si gioca in 4, 2 contro 2, con 10 carte a testa. Un giocatore sceglie la briscola, dopodiché il gioco prosegue con gli altri giocatori che giocano una carta a testa rispondendo sempre con il seme di apertura.

Il gioco si svolge in religioso silenzio e, proprio per questo motivo, è conosciuto anche come “il gioco dei muti”. Al massimo si può esclamare “striscio”, “volo” o “busso”, termini ai quali corrispondono dei gesti che si possono usare per rispettare il silenzio.

L’unica eccezione alla regola è quando si gioca una briscola: in tal caso si può esclamare “brescla!”.

Concludiamo con una piccola curiosità sulle carte romagnole: i fanti di denari e di coppe indossano i pantaloni.

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