Carte piemontesi: animo nobile, origini francesi e design creativo

Nell’ampio panorama della tradizione delle carte da gioco italiane, quelle piemontesi si caratterizzano per una serie di peculiarità e tratti unici distintivi. Come quelle toscane e genovesi, anche le carte piemontesi sono a seme francese e sono diffuse principalmente nel Nord Italia.

Oltre ai semi, presentano molte altre similitudini con i mazzi francesi. Le figure sono molto stilizzate e c’è grande ricercatezza nei dettagli, per uno stile decisamente curato e apprezzabile esteticamente.

Facciamo un piccolo salto nel passato per conoscere le origini delle carte piemontesi e i loro tratti più singolari e interessanti.

Carte piemontesi: origini nobili e aristocratiche

Come è facile intuire le carte piemontesi, riportando i semi francesi, sono di chiara origine transalpina, così come le carte toscane.

Probabilmente erano diffuse in Italia già a cavallo tra il ‘300 e il ‘400, soprattutto presso le corti nobiliari e i salotti buoni dell’aristocrazia. I giochi con le carte iniziarono a diffondersi successivamente anche tra il popolo.

Le carte piemontesi trovarono ampia diffusione anche nella cartomanzia, affiancandosi ai tarocchi che però avevano disegni e composizioni molto diverse. Entrambe le tipologie di carte venivano utilizzate per leggere e scrutare il futuro dei consultanti.

Le caratteristiche più curiose delle carte piemontesi

I mazzi piemontesi, come gli altri mazzi italiani, è composto da 40 carte con la differenza che i semi utilizzati sono quelli francesi (cuori, quadri, fiori e picche). Ci sono però anche dei mazzi con 36 carte (con le carte numerali 6, 7, 8, 9 e 10 e con asso, fante, donna e re) e con 52 carte (uguali alle carte francesi, ma prive dei jolly).

Uno dei tratti più caratteristici è la ghirlanda ellittica che avvolge tutti gli assi, fatta eccezione per quello di cuore. L’altro tratto più distintivo riguarda le figure, che vengono raffigurate tutte specchiate in orizzontale, esattamente come nei mazzi di origine franco-belga e nei tarocchi piemontesi.

Tra le figure si può notare che i re, tutti dotati di una corona che ne cinge il capo, hanno in mano uno scettro che varia leggermente a seconda del seme. I fanti invece reggono un’alabarda nella mano sinistra.

Un’altra piccola curiosità: le carte piemontesi con le loro dimensioni pari a 50x83mm sono le carte a seme francese più piccole in Italia.

I giochi praticabili con le carte piemontesi

Puoi trovare tantissimi giochi disponibili nei casinò online, che ti permettono di saggiare le tue abilità di giocatore, e anche le carte piemontesi si prestano a giochi vari e divertenti per trascorrere qualche ora all’insegna dell’allegria.

Grazie alle loro caratteristiche le carte piemontesi si possono usare per i tipici giochi italiani, come la briscola, il tressette e la scopa, ma anche per alcuni di recente diffusione che si praticano in genere con le carte francesi come il burraco.

Restando nei confini regionali, uno dei giochi più praticati soprattutto nel Basso Piemonte è la cirulla, nota anche come “ciapachinze” (acchiappaquindici), che non è nient’altro che una variante più complessa della scopa con regole molto particolari.

Altro gioco molto diffuso soprattutto in Alta Langa, da praticare con le carte piemontesi, è il trucco, amatissimo nei paesi spagnoli e quelli dell’America Latina. Ci sono diverse versioni che possono variare significativamente in base alle tradizioni locali, ma di solito si gioca in 4. L’obiettivo principale è raggiungere i 31 punti e il nome deriva proprio dal fatto che si può scommettere e anche truccare ogni punteggio per far segnare più punti alla propria squadra.

Le offerte possono essere accettate, rifiutate o addirittura aumentate. Alla base di tutto c’è il bluff ma, cosa ancora più importante, è saper riconoscere il bluff.

Se sei curioso di conoscere ancora più a fondo tutte le carte della tradizione italiana, le caratteristiche più peculiari e le loro origini, continua a seguire il nostro blog!

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