Nino Zantiflore e il suo sistema alla roulette

Nino Zantiflore, chi era costui? Chi non è particolarmente addentrato nel mondo del gambling non sa chi sia questo illustre “carneade”; chi invece bazzica intorno il mondo della roulette, sa bene che può essere considerato un vero “guru” di questo gioco.

Nino Zantiflore si è fatto un nome grazie al libro “La fine dell’azzardo”, al quale ha fatto seguito un blog in cui racconta aneddoti, sistemi e considerazioni legate al mondo della roulette.

Il nostro Nino parte dall’idea che non esistono sistemi infallibili nel gioco, soprattutto nella roulette che è governata dall’aleatorietà. Tuttavia esistono delle tecniche di gioco che possono, in un certo senso, prevedere o almeno intuire i probabili numeri che usciranno.

Statistiche, intuito e pazienza sono gli ingredienti per creare un sistema non perfetto, ma che aiuta a ottimizzare le giocate e massimizzare le vincite. Impariamo allora la lezione di Nino Zantiflore che fornisce utili consigli ai giocatori della roulette.

La storia di Nino Zantiflore ed il “sistema del Principe”

Nino Zantiflore racconta un aneddoto piuttosto divertente che gli ha permesso di perfezionare i suoi sistemi di gioco.

Negli anni ’70 insieme ad un amico era alla ricerca del sistema perfetto per battere la roulette. Inizialmente cercavano di ottenere una vincita con un’efficiente distribuzione di masse a tappeto, ma con scarsi risultati.

Successivamente hanno iniziato a considerare i ritardi e calori, ma nulla è cambiato. Hanno poi capito che questi fenomeni, dopo essersi verificati, potevano cambiare velocemente rendendo vano quanto rilevato fino a quel momento.

Mentre i due amici cercavano il sistema perfetto, tra un casinò ed un altro incontrarono un simpatico vecchietto con la passione del gioco. L’anziano signore rivelò a Zantiflore ed all’amico una tecnica particolare, chiamata “il sistema del Principe”, proprio perché la apprese da un principe arabo a Montecarlo.

Vera o inventata che fosse quella storia, Zantiflore iniziò a vedere le cose in modo diverso da quel giorno. Capì infatti che tutte le sue risorse dovevano essere incanalate verso il sistema migliore, secondo lui, per gestire o almeno prevedere le leggi naturali del caso, e cioè la legge del terzo.

Secondo Zantiflore i sistemi possono vincere o perdere, l’importante è avere un’idea di gioco da seguire con la consapevolezza che la casualità è un elemento imprevedibile e costante.

Come funziona il sistema del Principe?

Il cosiddetto sistema del Principe è conosciuto anche come gioco delle distanze. In pratica si giocano i due numeri equidistanti dell’ultimo uscito (quindi non fisso) in base alle configurazioni che producono le 18 distanze. In questo sistema rientra anche lo zero.

Giocando una distanza alla volta si vincono 12 volte e si perdono 6 volte, statisticamente, secondo il principio di Bernoulli e la legge del terzo.

C’è da considerare però un’altra cosa: il principe arabo, incontrato dal vecchietto nel libro di Zantiflore “La fine dell’azzardo”, aveva una buona disponibilità di capitale. Questo sistema potrebbe rivelarsi efficiente sul medio-lungo periodo quindi richiede all’inizio un investimento abbastanza importante.

Zantiflore ritiene che ognuno, dopo aver conosciuto un sistema, può metterci qualcosa di suo e personalizzarlo secondo le proprie metodiche di gioco. L’importante è entrare nella mentalità di osservare lo sviluppo della legge del terzo, per poi trovare la soluzione che meglio si sposa con il proprio stile di gioco.

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