Dario Minieri: il campione italiano di poker

Quando si pensa al pokerista di professione, vengono in mente personaggi dalla vita burrascosa come Phil Ivey o Stu Ungar, che purtroppo ci ha lasciato prematuramente. Dario Minieri invece è l’esatto contrario, l’anti-personaggio che ha fatto innamorare molti italiani del poker, in particolare del Texas Hold’em.

Con la sua faccia da eterno bambino, Dario Minieri è riuscito a mettere nel sacco diversi giocatori più esperti di lui. Dopo un’ascesa fulminea, fatta di vittorie e successi da incorniciare, la stella dell’“enfant prodige” italiano si è un po’ offuscata. Non è detto però che presto non torni a brillare nel mondo del poker!

Adesso però conosciamo le gesta del campione italiano, dagli esordi fino ad oggi.

Dario Minieri e il poker: gli esordi

Sin da ragazzino Minieri ha una grande passione per le carte. Da adolescente inizia a giocare a “Magic: l’Adunanza”, un gioco strategico di carte in cui i partecipanti si sfidano a colpi di magie ed incantesimi.

Diversi giocatori sono passati da “Magic” al poker e lo stesso percorso viene intrapreso da Minieri. Inizia anche gli studi di psicologia, ma il richiamo del tavolo verde è troppo forte.

Partecipando a diverse partite heads-up con un alto buy-in sulle poker room online, il giocatore acquisisce lo status di Supernova elite. Non a caso “Supernova” è uno dei tanti soprannomi che gli vengono affibbiati. Conquista così tanti FPP, che riesce a comprare un Porsche Cayman pur non avendo compiuto ancora 18 anni!

Dopo essersi cimentato nel poker online, il Dario nazionale decide di lanciarsi nel poker live: mai scelta fu più azzeccata. Nel 2005 arrivano i primi premi grazie ai piazzamenti in due tornei del Campionato Italiano di Poker.

L’ascesa e le vittorie

Dario Minieri ormai è un nome conosciuto ai tavoli di poker e dal 2006 iniziano ad arrivare importanti vittorie che arricchiscono di molti zeri il suo conto in banca.

Nel 2007 arriva 27esimo alle World Series of Poker e 96esimo nel Main Event, dopo essere stato a lungo chip leader. Nel 2008 arriva la più grande vittoria della sua carriera: il braccialetto delle World Series of Poker. Poi ottiene altri piazzamenti a premi EPT: terzo a Sanremo e Varsavia e 47esimo a Praga.

Nel 2009 vince l’EPT “€ 12.225 No Limit Hold’em – High Roller” di Varsavia, mentre nel 2010 arriva il successo nell’Italian Poker Tour Pro League, battendo in heads-up Giacomo Loccarini e portandosi a casa ben 52.000 euro.

Un gioco da “Caterpillar”

Per il suo gioco iperaggressivo Dario Minieri è stato soprannominato anche “Caterpillar”. Già al buio il pokerista italiano rilancia forte, lasciando presumere di avere ottime carte in mano. Giocando spesso in maniera molto aggressiva, manda in confusione i suoi avversari.

Il gioco di Minieri in gergo viene definito “maniac”, cioè rilanciare anche con mani mediocri e partecipare a quasi tutte le mani. Se i bluff pagano, c’è la possibilità di conquistare ricchi piatti addirittura senza giocare costringendo gli avversari a foldare. Al contrario, se i bluff vengono scoperti, c’è il rischio di rimetterci molte chips.

Non a caso Minieri, nel corso di molti tornei, da chip leader veniva addirittura eliminato proprio perché andava come un treno e non era in grado di amministrare la ricchezza accumulata.

Una strategia a doppio taglio: i giocatori più inesperti vengono intimoriti e lasciano la mano; quelli più smaliziati invece, una volta capito il giochino, potrebbero usare la stessa strategia di Minieri e metterlo all’angolo.

Fatto sta che, in virtù del suo gioco irruento, raramente Dario Minieri arriva allo “show down” con i suoi avversari, ma chiude la mano molto prima.

Gli anni bui

Dal 2011 in poi la parabola ascendente di Dario Minieri inizia la sua discesa. Continua ad arrivare qualche piazzamento, ma le vittorie non sono paragonabili a quelle degli anni precedenti.

C’è chi sostiene che il gioco di Minieri, fatto di continui bluff e rilanci, sia ormai ripetitivo e che i suoi avversari hanno capito come stanarlo. Altri ritengono invece che, come fisiologicamente accade per i pokeristi dopo tanti anni sulla cresta dell’onda, le motivazioni iniziano a mancare.

C’è da sottolineare che il poker richiede una grandissima attenzione e concentrazione, quindi è fonte di stress fisico e mentale.

A partire dal 2014 il giocatore sparisce completamente dalla scena del poker, ma grazie alla sua giovane età può ancora scrivere altre pagine importanti del poker.

Il buon Darietto in una recente intervista ha detto che, dopo aver ricaricato le pile, è pronto a rituffarsi nel mare verde dei tavoli di poker. Un avvertimento agli avversari: il Caterpillar sta per tornare!

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