Focus sulle carte genovesi: di “stirpe” italiana, origini belghe e con semi francesi!

Nell’ampio panorama dei mazzi da gioco italiani, le carte genovesi rappresentano probabilmente quelle più singolari e originali. Racchiudono infatti una varietà di stili regionali a semi italiani e a semi francesi, ma prendono spunto dalle carte belghe.

Conosciamo meglio questa particolare tipologia di carte, che sono diffuse soprattutto in Liguria, ma anche in alcune zone della Toscana settentrionale come Massa e Carrara.

La storia e le origini delle carte genovesi

Iniziamo ad analizzare prima la storia delle carte genovesi che presenta spunti molto interessanti.

Le carte genovesi, così come le conosciamo oggi, prendono ispirazione dal mazzo belga, noto anche come mazzo di Parigi, che fu stampato per la prima volta nel 1853.

In quel periodo Baptiste-Paul Grimaud, un fabbricante, ebbe l’idea di creare delle carte da gioco simili a quelle francesi da commercializzare ed esportare verso l’estero.

L’incarico fu poi affidato ad un certo Louis Badoureau che disegnò il mazzo nel 1860 che, dopo essere approdato in diversi casinò, arrivò in Liguria e anche in altre zone dell’area mediterranea.

Le carte genovesi hanno anche un curioso risvolto che possiamo definire legale. Alla fine del ‘600 infatti entrò in vigore l’obbligo di usare le cosiddette “carte del Dauphiné” (antica provincia francese del Delfinato) nei territori del Ducato di Savoia, che con ogni probabilità venne esteso anche alla Liguria. Proprio per questo motivo, in alcuni mazzi genovesi, la donna di picche è caratterizzata da un simbolo del Delfinato sulle spalle.

Nel 1799 entrò in vigore nella un’altra legge particolare, approvata dai Serenissimi Collegi, dal Gran Consiglio e dal Minor Consiglio, che elencavano i 26 giochi ammessi nella città di Genova.

Le caratteristiche delle carte genovesi

Le carte da gioco genovesi sono 40, quindi ideali per i classici giochi della tradizione italiana, in particolare per praticare il gioco della cirulla. Tuttavia ci sono alcuni mazzi, anche se meno diffusi, composti da 36 o da 52 carte.

Rientrano tra le carte regionali a semi francesi e lo stile è infatti ispirato al tradizionale mazzo francese. I semi sono picche, cuori, quadri e fiori. Tuttavia, nel dialetto genovese, le loro denominazioni ricordano quelle di ispirazione spagnola:

  • dinae (denari) per i quadri;
  • cuppe (coppe) per i cuori;
  • spoe o spa (spade) per le picche;
  • sciui o sciuie (bastoni) per i fiori.

Ci sono 7 carte numerali e le 3 figure: fante, regina e re. Le figure sono speculari, proprio come nel mazzo milanese, ma sono divise in diagonale e non in orizzontale.

Le dimensioni sono simili a quelle delle carte da poker, 58 x 88 mm, e hanno una forma abbastanza regolare. Le figure delle carte genovesi presentano il colore verde nelle loro vesti, che invece sono blu nelle carte francesi.

I personaggi sfoggiano abiti eleganti, raffinati e ricchi di dettagli colorati. Una delle carte più singolari è la donna di picche che, a differenza delle altre figure, è raffigurata di profilo e non frontalmente.

Inoltre il re di quadri è l’unico a non mostrare le mani, mentre gli altri re hanno tra le mani uno scettro o una spada.

I giochi tipici da giocare con le carte genovesi

Le carte genovesi sono ideali per i giochi tipici della tradizione italiana come la scopa, il tressette, la briscola o lo scopone. Con il mazzo da 52 (con 10 carte numerali e 3 figure) è possibile anche giocare al baccarà.

Altro gioco tipico della tradizione ligure è la cirulla, nota anche come “cirolla” o “ciapachinze”, che rappresenta una variante della scopa e si gioca in 2 o in 4.

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